domenica, dicembre 25, 2005

Natale: + 21,34 ore

Tristezza.
Profonda, incalcolabile e melanconica tristezza

venerdì, dicembre 23, 2005


Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today

Imagine there's no contries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace

You may say
I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

Natale: -2

Mezzanotte e ventisette.
E' ufficialmente venerdì. Mancano solo due giorni a Natale.
E' finita la scuola...gioia infinita
Ma oggi è inizato ufficilamente anche lo stress dei regali dell'ultimo minuto (ossia tutti per me!).
E, cosa più triste, non c'è niente di natalizio per le strade. O meglio, c'è solo una frenesia generalizzata, una desiderio spasmodico di spendere, di fare le cose maeglio dell'anno scorso, ricadendo poi, alla fine, nei soliti schemi e ripetendo paro paro ogni singolo gesto ripetuto ogni singolo Natale.
Non c'è neve. Non c'è un'allegria che invade le strade. Ormai il Natale non è che un rito che ha perso ogni sua sacralità, religiosa o laica che fosse. Un'abitudine, una consuetudine, quasi.
Non che non sia contento dell'esistenza del Natale, per l'amore del cielo, mi guardo bene dal farlo e difendo con forza le vacanze natalizie, benedetto sia chi le ha inventate; è solo che ogni anno mi ripeto che il Natale nella mia testa non è quello che c'è fuori, in giro, e allora mi prende una leggera malinconia, che, quasi, rovina tutto.
...

martedì, dicembre 20, 2005

Il cosidetto DOPPIO GIOCO

Detto anche: coda di paglia

O pe meglio dire: ssono stufo che tutto passi liscio.

Come ormai tutti sappiamo/sanno settimana scorsa, al Parini, abbiamo assistito - noi direttamente voi, disgraziatamente, attraverso i giornali - ad un tentativo di occupazione, fallito, degenerata poi in una autogestione fuffa, che sembrava molto più una scusa per saltarsi una settimana intera di scuola e non solo quattro giorni.
In tutto qquestio ne sono successe di tutti i colori, potremmo dire, zuffe abbastanza violente, estintori (quattro o cinque, e non trenta come sbandieravano alcuni giornali qualche giorno fa) aperti in alcune aule e su due rampre di scale, maniglie rotte, alcuni tavoli/banchi/sedie/catterdre rotte, un vetro spaccato, 22 mila euro di danni (cifra a mio parere esagerata, ma si sa: se si può esagerare in queste cose, si esagera)...
Ma non basta.
Tralasciando il primo giorno, concluso con qualche botta, ma i fondo abbastanza tranquillo, mercoledì è stato il vero delirio...
In tutti i sensi.
Dopo che, faticamente, un gruppo di studenti (che poi corrispondeva ad un buon 90% degli studenti, se non qualcosina in più) era riuscito a liberare dalle catene le porte del secondo e del terzo piano, consentendo così l'accesso ai due piani dal piano terra, un annuncio passato di bocca in bocca, perchè nessuno ha visto una circolare a riguardo, avvisava gli studenti che si andava a casa...
Ma come?
Già. Il preside Carlo Arrigo Pedretti aveva dimesso gli studenti per problemi di sicurezza dell'edificio scolastico (dimesso, attenzione, non evacuato).
E' stato questo il momento che mi ha veramente fatto incazzare della giornata. Il preside, che nessuno ha visto mentre si sgomberavano le porte da catene e banchi, ha dimesso gli studenti e, cosa ancora più drammaticamente divertente, quando gli è stato obbiettato da un gruppo di ragazzi che, in sostanza, poteva evitarselo, ha risposto "non fatemi domande cretine, io devo ancora valutare i danni"...

A questo punto una domanda (solo una?!) sorge spontanea: come mai nessuno ha cercato di evacuare i ragazzi che dormivano a scuola la notte tra martedì e mercoledì? Come mai un dirigente scolastico non si fa vedere mentre i suoi studenti liberano la scuola che un "manipolo di disobbedienti" (termine usato sui giornali, inappropriato e esageratamente offensivo) con l'aiuto di qualche esterno aveva bloccato? Come mai, intervistato, afferma "...ma non esageriamo. Come sempre ci sono professori forcaioli che vogliono creare una caso." oppure "Si sta esagerando: sono episodi non piacevoli, ma rivestiti di una gravità non corretta."?

Beh, non crederete, ma una risposta c'è:

venerdì, dicembre 09, 2005

venerdì 9 dicembre 2005:

Giornata da dimenticare

lunedì, dicembre 05, 2005

Sulla cogestione

Ormai mi sembra quasi di scrivere per mano d'altri.
sul forum del Parini si susseguono i complimenti di molti studenti, sul blog di alternativAperta i commenti e i post esprimono completa soddisfazione e anche parlando e ascoltando nei corridoi si sente compiacimento nei discursi "sulla cogestione".

Pesonalmente ho vissuto questa settimana come una forma di quella libertà che molti sventolano nei loro cortei, ma che, spesso, non si accorgono di negare. Facendo parte di quel gruppo che ha organizzato e portato avanti questa iniziativa, posso affermare con sicurezza che questa cogestione è stata un successone. Non nel senso che siamo finalmente riusciti a soverchiare l'egemonia che il collettivo era riuscito a mantenere nel nostro liceo da anni (mi scuserate queste espressioni forti, ma sono finalemnte riuscito a capire da che parte stare), ma soprattutto perchè, presentandola come attività che potesse realmente dare qualcosa agli studenti (mi scuseranno i componenti del collettivo, ma, dopo aver partecipato a 3 autogestioni, non ne ho ricavato molto), ruscendo a far partecipare i prfessori, sicuramente più competenti e con una visuale più chiara sull'attualità, invitando ospiti competenti e che hanno tenuto viva l'attenzione di noi studenti, da un'intenzione è venuto fuori qualcosa di nuovo, di utile, di serio, di partecipato e, quindi, di sentito.
Alle assembleein aula magna erano presenti, sempre o solo con pochissime eccezioni, più di duecento studenti; i cineforum partecipatissimi, come molti dei laboratori tenuti dai professori.
A scuola, ogni giorno, abbiamo contato 500 presenze (esclusi quelli che non si facevano segnare, quelli in classe, i ragazzi del servizio d'ordine e gli organizzatori).
E' stato bello. Bello perchè siamo riusciti a fare qualcosa di nuovo, che ha funzionato e che, a mio parere, deve servire per il futuro, per riflettere su come si possa "protestare senza barricate".

Stilato un rapporto sula buona riuscita di questa iniziativa, non mi/ci manca che ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alle attività proposte, tutti i professori che ci hanno aiutato attivamnte o hanno appoggiato la nostra proposta intervenedo e partecipando alle assemblee, tutti gli ospiti che si sono resi disponibili e che ci hanno, almeno un po', aperto gli occhi.
Aggiungo solo che mi dispiace che parte della componente studentesca non abbia recepito il messaggio che abbiamo voluto lanciare con questa "cogestione". Abbiamo rispolverato una paola malvista nell'ambiente scolastico. E' vero, non possiamo chiamarla una vera protesta, non si impone come fano altre, non fa notizia, non garantisce picchetti all'ingresso e ha lo svantaggio che bisogna esservi presenti. Però arrivi alla fine che senti di sapere qualcosa in più.
Non è la solita ettimana da saltare, bisogna esserci, è scuola, solo fatta in un modo diverso, solos enza banchi e interrogazioni, solo su argomenti che, capita, si toccano raramente nelle ordinarie ore di lezione.