venerdì, febbraio 16, 2007
mercoledì, febbraio 14, 2007
Sfogo e delizie
Senza fare troppo caso al fatto che mi so riducendo a scrivere (poco) troppo sotto le festività: ed è un caso, almeno per questa volta, ci sono quei momenti in cui non mi viene da guardare la TV (pur essendone, purtroppo, un abituale amico), non mi viene di mettermi là a leggere (è vero che non sono un grande lettore, ma leggere mi piace), in cui non mi viene, per una insopportabiole nullafacienza, di mettrermi a studiare (e l'ho fatto. E funziona!).
Che è un anno un po' di merda per il sottosritto lo sapete già. E che le incognite (troppo numerose) che si accalcano alla porta del mio cervello ormai allo sfinimento sono troppe e troppo pressanti per permettermi di pensare davvero un attimo con serenità ad una cosa per volta. Mi risolvo quindi in una grande confuzione dove cerco di illudermi di riuscire a dare un senso al tutto e di capirci almeno un briciola. E nell'indescrivibile papocchia tiro dentro ignari amici che mi sopportano - che sopporto - che non mi sopportano - che non sopporto - che vorrei ritrovare come prima - che vorrei trovare e basta - che ci sono sempre - che sanno che ci sono - che so che ci sono ma per qualche strano motivo faccio finta di niente o non me ne accorgo. Stupido.
Grido disperato. Passo le giornate a contare il momento in cui potrò fermarmi un minuto per una pausa vera (continuando a fermarmi senz atrovarlo e sprecando le giornate). Credo manchino più o meno cinque mesi e mezzo o qualcosa del genere. Ammesso sempre che ci si possa allora fermare a pensare, magari stesi al sole in un parco o su una spiaggia (non della Versilia possibilmente).
Ovvio che poi non è finita. Ma è proprio questo il punto di caduta, di rottura finale. Che non è finita. Ma neanche il fatto in se, proprio invece il fatto che dopo qualcosa c'è di sicuro, ma che cosa, chi lo sa? (sembra una di quelle filastrocche dell'asilo).
Che menoso. Qunati lamenti. Autocommiserazione. ... Potrei anche sostenere di soffrire del male di vivere, ma mi sembrerebbe un po' esagerato: ci penserò su.
In ogni caso questi giorni si alternano tra negativo-positivo (come direbbe la Franco): un tempo praticamente da Primavera con il nuvolone grigio-biancastro dietro l'angolo; uno stramaledettissimo 14 febbraio (che non festeggio) e uno ancor più stramaledetto 15 febbraio (che non vorrei festeggiare, per evitare sconforti ulteriori), che però, infondo, non sono tanto male; la prospettiva di un iter scolastico che mi stronca solo a pensarci, ma che desidero fare mio del tutto, a pieno, finchè è possibile; la patente (che va a momenti: ogni tanto mi sento in grado di prenderla e, quasi, la desidero; ogni altro tanto beh sì, se la faccio meglio, ma va beh); il FIRST, che devo-voglio, ma che se non lo passo posso anche dire addio a tutto il resto
[e altri soldi là, che aspettano di essere definiti come "buttati nel cesso" o "usati bene, ma cazzo quanto costa!"];
l'Università; la scelta dell'Università; l'esame per l'Università; l'esame per il Liceo; i libri per il Liceo; la tesina del cazzo per il Liceo...Tutto da fare, tutto che voglio fare, ma che non so se ce la faccio.
E se vi dicessi che alla fine, stasera, non sono nemmeno di cattivo umore o tanto depresso. Spero mi crediate!
Bacio a tutti e Buona Notte.
In ogni caso, checchè se ne dica, checchè non sembri, un amicoamico amico lo rimane, nonostante tutto. E perderli fa sempre un po' male.
Ah già: le delizie. Innumerevoli immagini di vita vissuta che ogni giorno, ogni momento ti stanno attorno. Troppe da elencare e troppo mie per parlarne così al vento della rete!
Accontentatevi delle lamentese di un lamentoso diciottenne! ;-)